Introduzione
In Italia, fino agli anni ’60, la produzione di energia elettrica era diffusa
su tutto il territorio nazionale, in quanto esistevano piccole e medie centrali
di produzione. In particolare, venivano sfruttati tutti i bacini idrici (tenendo
conto della tecnologia dell’epoca), anche di piccole dimensioni, e impianti
termoelettrici di media taglia.
Dagli anni ’60, con l’aumento della domanda si è puntato su una generazione
concentrata (e su un monopolista: ENEL) costituita da grandi centrali
termoelettriche poste in punti geograficamente strategici, lasciando l’onere
alla rete di vettoriare l’energia.
Oggi, con i continui incrementi di domanda e le difficoltà, da un lato, di
alimentare le centrali a combustibili fossili, e, dall’altro, di costruire nuove
reti di trasmissione e grandi centrali, si potrebbe ritornare ad una generazione
diffusa, utilizzando le fonti energetiche rinnovabili e le nuove tecnologie per
la raccolta e la distribuzione locale dell’energia.
Questa tendenza, associata alle politiche ambientali, fa sì che gli impianti di
generazione da fonti rinnovabili diventino la vera alternativa ad una produzione
centralizzata, perché facilmente dislocabili a seconda delle risorse naturali
del territorio e con un impatto ambientale limitato.
La produzione diffusa e la possibilità che a produrre (già adesso) e a
distribuire (tra non molto) l’energia elettrica non sia solo il monopolista (o
l’oligopolista) diffonde sul territorio la ricchezza generata da tanti piccoli
investimenti e allarga, democraticamente, la base dei possibili investitori, in
quanto il prodotto energia elettrica è una componente fondamentale per la nostra
società. Infatti, lo sviluppo dei settori primario, industriale e del terziario,
e il miglioramento del livello qualitativo della vita sono legati alla costante
disponibilità di energia elettrica.
La produzione di energia è, per questo, un’attività imprenditoriale che ha un
mercato interessante per chi decide di investirvi. La presenza di fonti di
energia rinnovabili (sole, vento, acqua, biomassa, geotermia), che si possono
utilizzare per produrre energia elettrica e calore appare essere una opportunità
capace di produrre ricchezza aggiuntiva per un territorio.
L’energia elettrica prodotta dagli impianti, piccoli o grandi che siano, deve
essere trasportata dalla rete verso i consumatori.
Un numero limitato di grandi centrali, alimentate da combustibili fossili e
nucleari, ha la necessità di immettere l'elettricità prodotta in grandi reti di
trasporto ad alta tensione, da cui partono le reti a media e, poi, a bassa
tensione, che arrivano fino ai consumatori.
Queste infrastrutture risultano essere molto ponderose e presentano una forte
rigidità, in quanto l’energia elettrica viaggia in una unica direzione, verso il
consumatore, che, in questo modello, ha un ruolo meramente passivo.
Distribuire, invece, l’energia prodotta direttamente sul territorio, utilizzando
i nuovi paradigmi leggeri (micro-grid) e intelligenti (smart-grid)
per le reti e la distribuzione, aiuta a sviluppare il nuovo modello di
produzione centrato sulle fonti rinnovabili. Le smart grid sono capaci di
gestire e regolare più flussi elettrici che viaggiano in maniera discontinua e
bidirezionale e consentono al consumatore (cittadino o impresa o Ente che sia)
di avere un ruolo attivo, consentendogli di diventare esso stesso produttore, di
parte, di tutta o di più dell’energia consumata.
Il futuro è nelle mani della politica, che dovrà decidere sia sul sistema degli
incentivi (in scadenza nel 2015), sia sui temi fiscali, legislativi e
regolamentari.
Ma il futuro è anche nelle mani dei cittadini, degli imprenditori e degli
amministratori che vivono in un territorio. Essi sono consumatori, produttori e
gestori condizionati e limitati dalle politiche e dalle scelte dei governi, ma
pur sempre in grado di valorizzare autonomamente (con risorse umane e
finanziarie interne) le proprie risorse naturali, che possono produrre ricchezza
e sviluppo.
Amministratori, imprenditori e cittadini sono gli attori che, operando,
determinano, con le loro competenze, le loro decisioni e le loro azioni, il
futuro del proprio territorio.
Per questo il libro è destinato: agli amministratori interessati a progettare
uno sviluppo autosostenibile per il territorio che amministrano e a creare le
condizioni per conseguirlo, rimuovendo ostacoli e creando facilitazioni; agli
imprenditori disponibili a investire in progetti di produzione e distribuzione
locale dell’energia ottenuta, prevalentemente, da impianti alimentati da fonti
rinnovabili e ai cittadini disponibili a indirizzare le loro scelte di
consumatori, risparmiatori, imprenditori e lavoratori verso sistemi di prodotti,
servizi e tecnologie considerate in linea con lo sviluppo sostenibile.
Il libro è integrato da questo blog web che contiene approfondimenti,
aggiornamenti e tanti contenuti interattivi e multimediali.