Sviluppo locale autosostenibile


Si può parlare di Sviluppo Sostenibile se, nei programmi, nei progetti e nelle azioni sono riconoscibili:

  • una dimensione economica,
  • una dimensione ecologica,
  • una dimensione territoriale,
  • una dimensione istituzionale.
     

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Ricercare l'autosostenibilità significa, politicamente, trovare l‟equilibrio delle quattro dimensioni (economica, ecologica, territoriale e istituzionale), incentrando l‟attenzione sulle risorse locali (naturali, umane, finanziarie) e non accettando che, per la loro valorizzazione o il loro coinvolgimento, una o più di esse siano, da un lato, sacrificate a favore di speculatori e opportunisti, e, dall‟altro, strumentalizzate da demagoghi autoreferenti ed esperti interessati.

Ricercare l’autosostenibilità significa, tecnicamente, incentrare l‟attenzione sulle regole di costruzione del territorio, inserendo nei progetti territoriali (urbani, architettonici, socioeconomici) requisiti, variabili, limiti che producono di per sé insediamento ad alta qualità ambientale, senza necessità di disinquinare, trasferire rifiuti, restaurare ecosistemi, fare riserve di natura, di storia. In sostanza, senza necessità di sostenere. In pratica, modelli di sviluppo che si autosostengono senza bisogno di aggiunte alcune.
Risulta improbabile, infatti, un modello di sviluppo che deve essere sostenuto tecnicamente dall‟esterno con divieti, vincoli, norme, tasse, impianti, macchinari e continue opere di bonifica e restauro ambientale. Senza sostegno questo modello entra in crisi dal momento che le sue leggi di crescita producono incessantemente e in forma cumulativa squilibri, degrado, limitazione di risorse.

LO SVILUPPO SOSTENIBILE

Parlare di sviluppo sostenibile significa, comunque, capire la necessità di assumere sempre degli impegni concreti per il benessere delle future generazioni, abbandonando la miopia che ha contraddistinto le precedenti politiche di sfruttamento. E questi impegni non attengono solo a una diffusione ecologica.
Si può parlare di sviluppo sostenibile se, come rappresentato in Fig. 1.2, nei programmi, nei progetti e nelle azioni di sviluppo locale, oltre alla dimensione ecologica, sono riconoscibili altre tre dimensioni: quella economica, quella territoriale e quella istituzionale.

FIG. 1.2 Le dimensioni dello Sviluppo Locale.
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La dimensione economica è legata al concetto di sostenibilità in economia, che è implicitamente contenuto nella definizione storica di rendita: “la massima quantità che può essere spesa senza ridurre in futuro il consumo reale” parafrasabile in “…massimo consumo che contiene intatto il capitale”. Condizione essenziale, quindi, per la dimensione economica è la costanza delle riserve di capitali naturali [Hicks, 1946].
La dimensione ecologica, nell’accezione più ampia deve comportare la conservazione in senso stretto di alcune parti del territorio e frammenti dell’ambiente, ma, soprattutto, la conservazione delle condizioni generali e specifiche che consentono di mantenere l’ecosistema locale e quello planetario in condizioni di stabilità e di non degenerazione.
La dimensione territoriale interessa la caratterizzazione del territorio e i flussi migratori dei cittadini. Territori rurali ed aree povere rappresentano bacini di potenziali migranti verso aree urbane e Paesi più ricchi. Gli spostamenti aumentano la pressione antropica su spazi già limitati e impoveriscono ulteriormente i luoghi di partenza. Bisogna ripensare le forme e le dimensioni rurale e urbana dello sviluppo, in modo tale da ottimizzare localmente la vivibilità riducendo la mobilità per necessità.
La dimensione istituzionale prevede la capacità di assicurare condizioni di stabilità, democrazia, partecipazione e giustizia. Sostenibilità istituzionale significa garantire equità nell’accesso di tutti alle risorse, sia a livello locale che globale, consentendo il dialogo tra pubblico e privato e spingendo verso una competitività che investa nel capitale sociale e naturale.

 

 

LO SVILUPPO LOCALE AUTOSOSTENIBILE

Ricercare la sostenibilità incentrando l’attenzione sulle regole di costruzione del territorio significa inserire nei progetti territoriali (urbani, architettonici, socioeconomici) requisiti, variabili, limiti che producono di per sé insediamento ad alta qualità ambientale, senza necessità di disinquinare, trasferire rifiuti, restaurare ecosistemi, fare riserve di natura, di storia. In sostanza senza necessità di sostenere.
La sostenibilità si risolve in modelli di sviluppo che si autosostengono senza bisogno di aggiunte alcune.
La definizione di sviluppo locale autosostenibile che risponde a questo obiettivo è nata in opposizione a definizioni tecnicistiche di sostenibilità. Risulta improbabile, infatti, un modello di sviluppo che deve essere sostenuto tecnicamente dall’esterno con divieti, vincoli, norme, tasse, impianti, macchinari e continue opere di bonifica e restauro ambientale.
Senza sostegno questo modello entra in crisi dal momento che le sue leggi di crescita producono incessantemente e in forma cumulativa squilibri, degrado, limitazione di risorse.
Occorre indirizzarsi alla costruzione di regole dell’insediamento umano che non richiedano alcun sostegno esterno per autoprodursi. Una trasformazione genetica del modello di sviluppo stesso: da qui il concetto di locale e di auto che sottolineano la necessità di una riconquistata sapienza ambientale e di produzione del territorio da parte degli abitanti in un mondo popolato da tanti stili di sviluppo [Sachs, 1993].
Ricercare l’autosostenibilità significa trovare l’equilibrio delle quattro dimensioni (economica, ecologica, territoriale e istituzionale), incentrando l’attenzione sulle risorse locali (naturali, umane, finanziarie) e non accettando che, per la loro valorizzazione o il loro coinvolgimento, una o più di esse siano, da un lato, sacrificate a favore di speculatori e opportunisti, e, dall’altro, strumentalizzate da demagoghi autoreferenti ed esperti interessati.


 

 

Introduzione

Una carrellata generale sui contenuti del libro.

 

Sviluppo locale autosostenibile

Sostenibilità economica, ecologica, istituzionale e social/territoriale, nel rispetto delle future generazioni.

 

Fonti rinnovabili e sviluppo

Le fonti energetiche possono diventare ricchezza solo se il territorio si organizza.

 

Gli attori locali

Amministratori, imprese e cittadini, con le loro scelte, possono incidere sullo sviluppo del loro territorio.

 

Le esperienze

Esperienza accumulati lavorando con le fonti energetiche rinnovabili che rappresentano una base per il futuro.

 

I progetti

I progetti Communiti Power e Casa girasole guardano al futuro dell'energia..