Gli attori locali


Gli attori locali, coloro che agiscono e modifican un territorio, possono dividersi in tre tipologie: gli amministratori, le imprese e i cittadini.

 

GLI AMMINISTRATORI

Gli amministratori locali hanno la responsabilità di attivare un sistema di azioni strutturato sui tre livelli rappresentati nella matrice per lo sviluppo locale. Essi sono condizionati, naturalmente, da quanto accade e si evolve in ambiti territoriali più ampi (regionale, nazionale, ecc), all’interno dei quali il territorio dovrà competere per l’attrazione degli investimenti, prima, e per la vendita dei prodotti/servizi e la produzione di ricchezza, dopo.
Il primo livello riguarderà le informazioni e dovrà avere l’obiettivo di mettere a disposizione di tutti gli attori locali un sapere condiviso e un linguaggio comune, che aiuta a generare informazioni utili, assiste nelle diagnosi, nelle validazioni, nelle valutazioni e nella implementazione dei progetti.
Il secondo livello riguarderà le decisioni e dovrà mettere in condizione tutti gli attori interessati a partecipare al progetto di sviluppo territoriale (soggetti responsabili), a finalizzare le informazioni, a formalizzare i programmi di sviluppo e i progetti di impresa.
Il terzo livello sarà operativo e dovrà mettere in condizione tutti gli attori locali che parteciperanno al progetto di implementare programmi e i progetti, di controllare i processi e le azioni.
Nello schema che segue viene rappresentato il modello che organizza il sistema di azioni che gli amministratori locali hanno la responsabilità di attivare (Tab. 2.2).
Il punto di partenza del modello è l’analisi del contesto territoriale, così come è condizionato dagli scenari più ampi (regionale, nazionale, ecc), nel quale i settori produttivi locali e gli attori sono inseriti e operano, subendo vincoli e sfruttando opportunità (i settori), mostrando punti di forza o di debolezza nell’agire (gli attori).
Il punto di arrivo del modello prefigura l’evoluzione temporale degli scenari e rappresenta il contesto territoriale modificato dalle decisioni e dalle azioni assunte ed eseguite per valorizzare le opportunità e ridurre i vincoli di partenza dei settori produttivi e per ridurre i punti di debolezza e migliorare i punti di forza degli attori locali.

Il sistema delle decisioni viene raccolto in un programma di sviluppo territoriale che:

  • si compone dei progetti per lo sviluppo dei sistemi produttivi;
  • promuove accordi, contratti e intese di programma nei quali concorrono tutti gli attori locali interessati, ciascuno con le proprie specificità, e, eventualmente, gli attori regionali e nazionali competenti;
  • individua i soggetti responsabili dell’esecuzione del programma, dei progetti e degli accordi.

Le azioni del sistema operativo sono quelle contenute nel programma, nei progetti e negli accordi e si sostanziano, per gli Enti Pubblici, in azioni di rimozione di ostacoli e di creazioni di facilitazioni, in generale, e di azioni di realizzazione di investimenti materiali (infrastrutture fisiche) e immateriali (ricerca e formazione), nello specifico. Per le imprese e i cittadini si sostanziano in azioni tese alla realizzazione dei progetti di creazione e di sviluppo di imprese previsti. Tutte le azioni degli attori dovranno essere finalizzate alla valorizzazione delle opportunità e alla riduzione dei vincoli misurati in partenza.

TAB. 2.2 Percorso dello sviluppo locale
.

 

LE IMPRESE

La nascita e lo sviluppo delle imprese sono processi molto complessi. Ancora di più quando si tratta di piccole imprese, che possono contare, in genere, sempre su risorse umane e finanziarie, scarse. In un progetto di sviluppo autosostenibile è determinante supportare questi processi, per consentire agli imprenditori locali, nuovi o esistenti che siano, di entrare in nuovi e promettenti mercati e di competervi con successo.
Per entrare ed operare nel settore dell’energia è necessario superare due barriere: quella tecnologica e quella finanziaria. Se per una grande impresa è relativamente facile acquisire tecnologia e capitali, è possibile per una piccola impresa superare le due barriere per entrare nel mercato dell’energia ed operarvi?
Considerato che il singolo imprenditore avrà difficoltà a fare tutto da solo, sarà necessario costruire un sistema di rete locale capace di generare vantaggi ed economie di scala tecnologiche, con riferimento alle analisi delle potenzialità (piani delle risorse con localizzazione e disponibilità), alle forniture (facile reperibilità dei prodotti tecnologici a prezzi bassi), alle competenze operative e imprenditoriali (installazioni e O&M), al mercato (consegna e vendita dell’energia).
Il sistema di rete locale permetterà ai singoli piccoli produttori di superare i limiti tecnologici soggettivi e, laddove ci saranno le condizioni territoriali oggettive, ottenere la fattibilità tecnica del progetto.
La seconda barriera si supera se gli indicatori della fattibilità economica saranno positivi e in linea con i benchmark del settore.
Posto che le condizioni oggettive che avranno portato il progetto di impresa alla fattibilità tecnica determinano il miglior costo di investimento e i più convenienti costi di gestione, le variabili che condizioneranno fortemente la fattibilità economica saranno la producibilità stimata dell’impianto e il prezzo di vendita complessivo dell’energia.
Si tratta, anche in questo caso, di elementi oggettivi da combinare con i precedenti dello stesso tenore. Con una complicazione, però, rispetto agli impianti di medie e grandi dimensioni promossi da imprese industriali, in quanto, trattandosi, in genere, di interventi puntiformi, la loro fattibilità finanziaria presenta ulteriori difficoltà. Sarà, quindi, necessario che, per rendere più facilmente finanziabile l’impresa, venga definito un pacchetto standard di garanzie adeguato per limitare i rischi dei finanziatori, che completi e inglobi le condizioni tecniche ed economiche.
Un’azione di sistema si può realizzare più velocemente se gli Enti Locali, le associazioni e gli imprenditori interessati formalizzano la loro collaborazione, come descritto nei paragrafi precedenti, in un accordo di programma quadro che viene proposto agli Enti interessati e da questi sottoscritti.

 

 

I CITTADINI

I cittadini, oltre ad essere amministratori e imprenditori, sono consumatori, risparmiatori, lavoratori. In ciascuna di queste vesti, la somma dei comportamenti di ciascuno condiziona e indirizza i mercati. Anche quello dell'energia e dell'efficienza energetica.

 

I cittadini consumatori

Nella vita quotidiana gran parte dei consumi è abituale, legata ad automatismi difficili da modificare. Per iniziare a risparmiare energia elettrica (e calore) è necessario conoscere i vantaggi, innanzitutto quelli individuali (economici) e poi quelli collettivi (ambientali), che le scelte virtuose portano. Si risparmia energia elettrica (e calore) non solo facendo scelte che portano direttamente a nuovi investimenti, ma anche attraverso comportamenti intelligenti quotidiani, che permettono un considerevole risparmio energetico senza particolari rinunce (spegnendo le luci quando non servono, non lasciando in stand by gli apparecchi elettronici, ecc.). Con l’introduzione di dispositivi di home automation questa tipologia volontaria di risparmio non è più legata solo alla sensibilità dei cittadini e ad azioni di informazione e sensibilizzazione promosse da Enti e associazioni, ma può rientrare a pieno titolo tra le scelte virtuose che portano a nuovi investimenti.
Investendo per migliorare l’efficienza energetica della propria abitazione si ottiene una minore spesa in energia elettrica e calore (risparmio energetico passivo).
Investendo per installare impianti per generare energia elettrica o calore alimentati da fonti rinnovabili si avrà una minore spesa (risparmio energetico attivo).
La partecipazione attiva dei cittadini ai processi di consumo consapevole e di produzione da FER sviluppa il mercato delle nuove e più efficienti soluzioni per risparmiare e produrre energia.
 

I cittadini risparmiatori

Le risorse finanziarie locali (i risparmi dei cittadini) sono uno dei fattori determinanti per promuovere e sostenere nel tempo un progetto di sviluppo locale autosostenibile.
I cittadini risparmiano una quota del proprio reddito per accantonarlo e spenderlo in un momento futuro. Il risparmio è, di fatto, un sacrificio del consumo presente in vista di un consumo futuro, che rende più sicuri e aumenta la sensazione di indipendenza e di ottimismo nei confronti del domani, e consente di programmare un investimento, che potrebbe consentire di realizzare i propri progetti, i propri sogni, la propria vita.
Risparmiare non vuol dire solo mettere via una parte del proprio reddito, ma anche farla fruttare scegliendo strumenti e veicoli che, per quanto è possibile, non mettano a rischio il risparmio. In questo contesto è fondamentale per il risparmiatore: confrontare e conoscere le caratteristiche delle diverse offerte degli operatori finanziari, capire che il risparmio si accresce nel lungo termine, mai di colpo e mai per fortuna, avere sempre il controllo dei propri soldi.
I cittadini possono affidare il proprio risparmio ad operatori finanziari, intermediari, che assicurano loro un rendimento (interesse) e provvedono a impiegare il denaro raccolto dai risparmiatori verso altri cittadini e verso le imprese.
I cittadini possono, altresì, destinare il risparmio direttamente alle imprese, sottoscrivendo obbligazioni, che assicurano loro un rendimento (interesse), o quote sociali, che assicurano loro un reddito (utile).
In entrambi i casi il risparmio è strettamente legato agli investimenti. E gli investimenti sono il primo passo per la produzione di ricchezza e per lo sviluppo economico e sociale di un territorio. La produzione di ricchezza futura (e la conseguente distribuzione tra i fattori produttivi che concorrono a crearla) è resa possibile solo risparmiando (rinunciando al consumo immediato) e impiegando il risparmio per gli investimenti.
Per capire meglio questo concetto è utile far riferimento a un'economia agricola, priva di contatti con i settori secondario (industriale) e terziario (servizi, tra cui la finanza). In questa economia agricola, senza circolazione di denaro, il risparmio è rappresentato dall’accantonare una parte del grano raccolto per consentire la semina per la stagione successiva. Se tutto il raccolto fosse consumato, il ciclo produttivo non potrebbe essere avviato nella stagione successiva: i contadini non avrebbero cosa seminare, dissodare, raccogliere e immagazzinare per mangiare e per risparmiare. Non si produrrebbe nuova ricchezza da distribuire, non ci sarebbe occupazione.
Nell’economia moderna i cittadini risparmiatori promuovono gli investimenti attraverso un intermediario professionale che garantisce con il suo patrimonio, finanziario e di competenze specifiche, il risparmio. Il cittadino, però, non conosce, tranne in alcuni casi evidenziati nei paragrafi successivi, come e dove i suoi risparmi vengono impiegati. Non sa se vengono reinvestiti localmente o se, una volta raccolti, vengono destinati ad altri cittadini o a imprenditori operanti in territori diversi e distanti dal proprio. Non sa per quali investimenti vengono impiegati. Non sa a quali tipologie di imprese vengono affidati.
In altri casi, i cittadini risparmiatori promuovono direttamente gli investimenti partecipando alla raccolta di capitali di debito (le obbligazioni) e di capitali di rischio (capitale sociale) che le imprese fanno, a loro volta, sul mercato borsistico (le grandi imprese quotate) e localmente (le piccole e medie imprese del territorio).
Il cittadino, in entrambe le situazioni, in forza dei prospetti informativi di borsa e dei business plan delle imprese locali, conosce come e dove i suoi risparmi vengono impiegati. Sa se vengono reinvestiti localmente o se, una volta raccolti, vengono destinati in territori diversi e distanti dal proprio, sa per quali investimenti vengono impiegati, sa a quali tipologie di imprese vengono affidati.
 

I cittadini consumatori

La nascita e lo sviluppo del mercato verde dell’energia e dell’efficienza energetica determina, per le imprese, la necessità di introdurre nuove tecnologie, attivare nuovi processi, sviluppare nuove professioni.
Le esperienze maturate in altri Paesi (Germania, Danimarca e Spagna, soprattutto) sulle possibili ricadute sulla occupazione, in generale, e sulla composizione professionale della forza lavoro, in particolare, indotte dallo sfruttamento su scala industriale delle fonti energetiche rinnovabili, evidenziano, da un lato, una enorme potenzialità di creazione di nuova occupazione netta (si aggiunge alla esistente senza toglierla ad altri settori concorrenti), dall’altro, una forte necessità di sviluppo di competenze professionali specifiche.
Il cambiamento tecnologico che il risparmio energetico e l’introduzione massiccia delle fonti energetiche rinnovabili richiedono va letto, quindi, non solo e non tanto come un semplice cambiamento dei meccanismi economici e produttivi, ma anche come un radicale processo di estesa trasformazione sociale e professionale che investe la cultura e gli stessi stili di vita.
I progetti di sviluppo locale autosostenibile del territorio si intrecceranno sempre più strettamente non solo con le scelte di politica energetica, ma anche con le strategie di formazione, le une e le altre presentandosi come due strettoie attraverso cui necessariamente dovrà passare l’occasione di rilancio.
I ritardi che si registreranno nelle politiche formative influenzeranno negativamente i tempi di attuazione delle politiche energetiche ed i ritardi di entrambe potrebbero mettere a rischio il successo di una politica finalizzata allo sviluppo autosostenibile del territorio.
Evidenziare direttamente i fabbisogni professionali e formativi indotti dalle nuove politiche energetiche, dar conto delle iniziative in atto, mettere in luce i cambiamenti avvenuti o evidenziare i ritardi e le carenze che ancora permangono sul territorio è un modo per contribuire ad accelerare i processi di consapevolezza collettiva e per abbattere una delle barriere che ostacolano il successo di una politica di sviluppo autosostenibile. È anche il modo per indirizzare parte della domanda e, soprattutto, dell’offerta formativa, pubblica e privata, a livello secondario superiore e soprattutto universitario, verso un settore produttivo con ampi margini di sviluppo.
 

 

 

 

Introduzione

Una carrellata generale sui contenuti del libro.

 

Sviluppo locale autosostenibile

Sostenibilità economica, ecologica, istituzionale e social/territoriale, nel rispetto delle future generazioni.

 

Fonti rinnovabili e sviluppo

Le fonti energetiche possono diventare ricchezza solo se il territorio si organizza.

 

Gli attori locali

Amministratori, imprese e cittadini, con le loro scelte, possono incidere sullo sviluppo del loro territorio.

 

Le esperienze

Esperienza accumulati lavorando con le fonti energetiche rinnovabili che rappresentano una base per il futuro.

 

I progetti

I progetti Communiti Power e Casa girasole guardano al futuro dell'energia..